scrittura / Fabio Stassi, La lettrice scomparsa, Sellerio(sabato, 22 agosto 2020)Questa recensione non contiene spoiler. Quando ho un po’ di tempo per andare a Marina Velca, un dei miei piaceri più grandi consiste nell’andare nella mia libreria preferita (in Italia), e cioè “La Vita Nova” di Tarquinia, al numero 8 di via Carducci. Mi piace perché non è solo un libro in cui si vendono libri, ma un luogo in cui si amano libri, si parla di libri e si consigliano libri. Mi diverto a parlare con la sorridente Elena e dirle quale tipo di storia mi piacerebbe leggere. Ha sempre 4 o 5 alternative da consigliarmi. In questo caso mi aveva attirato un titolo, cioè Uccido chi voglio e non mi ero trattenuto, dovevo chiederle cosa ne pensasse. Elena, sempre sorridente, mi ha corretto con molta gentilezza, dicendomi che era il terzo libro di una seria, e che forse avrei dovuto prendere in considerazione l’idea di iniziare dal primo della serie. Poi ha aggiunto, non con orgoglio come ci si potrebbe aspettare, ma con una punta di pudore “abbiamo avuto qui Fabio Stassi”. Io le ho detto che mi incuriosiva un libro in cui il protagonista aveva il mio stesso cognome, e lei mi ha spiegato che si trattava anche questo di un gioco letterario, che però purtroppo ho dimenticato. Potrei cercarlo su internet per fare bella figura, ma non è questo il momento, il momento è quello di parlare de La lettrice scomparsa. Vince Corso è un terapeuta molto particolare, e cioè consiglia libri a chi è portatrice di disagi dell’anima. In tempi di terapeuti di ogni sorta non è strano vedere un biblioterapeuta. Più strano è che ancora non esista come professione. Il romanzo è narrato in prima persona e segue il punto di vista del protagonista, che si trova suo malgrado catapultato in un giallo. Di solito l’uso della prima persona è una spia molto significativa. Può voler dire che l’autore considera il protagonista un suo alter ego (ma non è detto). Di sicuro non vuole distanziarsi dal testo ma esserne parte. In un certo senso, è un grande atto di responsabilità. Il caso che dà il titolo al romanzo è il principale arco narrativo. Ci sono altri archi narrativi, siamo partiti dal più ampio e andiamo ai più piccoli. Un altro arco è costituito dall’infanzia di Vince Corso, molto particolare, e ho la sensazione che tornerà nei romanzi successivi. Poi c’è il passato recente di Vince, che ci parla della sua solitudine… devo dire che la sua tendenza al rimpianto è tipicamente letteraria, forse comune a molti appassionati di letteratura. In fondo il rimpianto non è che un ricordo con una coloratura dolorosa e leggermente autolesionista. Poi ci sono gli archi più piccoli, le sue clienti, le donne che vengono per un consulto librario. Non è un caso che siano tutte donne, gli uomini del resto hanno un’idiosincrasia tutta loro alla prospettiva di cercare aiuto o conforto. Quasi come se fosse un segno di debolezza. Vai nei laboratori di teatro, di scrittura, nei corsi di meditazione o di yoga: troverai quasi solo donne. Fabio Stassi riflette su questo punto con grande lucidità e obiettivitià. Queste particolari sedute di terapia sono la parte più vivace del romanzo, anche perché Vince è un terapeuta piuttosto goffo (per non dire pasticcione) e spesso entra in conflitto con le sue clienti. Si sa, il conflitto è l’anima del racconto. È bene ricordare che i personaggi più interessanti non sono quelli che hanno sempre ragione, ma quelli che sbagliano, che nutrono le loro insicurezze e sottopongono se stessi a verifiche continue. Compassionevoli con gli altri e spietati con se stessi. Ottima costruzione per un personaggio letterario, pessima soluzione per campare bene. C’è tuttavia un’altra protagonista in La lettrice scomparsa: la città di Roma, con le sue trasformazioni, i suoi oblii, i suoi segreti e le sue atmosfere misteriose. La sua presenza, reale e letteraria, è chiaramente percepibile in ogni pagina, in ogni angolo, in ogni prospettiva del protagonista che, vale la pena aggiungere, non è romano se non di adozione. Da ultimo, in appendice l’autore riporta i consigli di lettura di Vince, così non dovete stare con un quadernino accanto ad appuntarveli, come pure ha fatto Tiziana (leggete anche la sua recensione). Ho apprezzato davvero molto questo romanzo e non vedo l’ora di passare al secondo, possibilmente acquistandolo proprio alla mia libreria preferita “La Vita Nova”. Sostenete le piccole librerie indipendenti! La citazione da La lettrice scomparsa: “Si cerca sempre un lettore per le trame che imbastiamo”.
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