(giovedì, 4 ottobre 2012)
A volte la paura del foglio bianco è davvero più grande di noi. Lo guardiamo, lo riguardiamo come se avesse una risposta da qualche parte, nascosta tra i pori della carta o nelle pieghe dei pixel dello schermo. Non che gli schermi o i pixel abbiano pieghe, ma la nostra mente, nelle circostanze più stressanti, cerca di trovare un appiglio anche nell’invisibile o nell’immaginario. Il che non è del tutto sbagliato. Il rimedio che vi propongo oggi mi è stato insegnato anni fa da Marco Maltauro e mi è stato di grandissimo aiuto. Non solo ho trovato sollievo e voglia di scrivere (uno dei doni più grandi che si possano ricevere), ma anche l’idea per un romanzo che sto portando avanti da un po’ di tempo a questa parte, e scusate se è poco. Provate a usare la scrittura automatica.
In un altro articolo vi avevo parlato del pericolo di far lavorare insieme creatore e revisore. Non sto parlando di due “omini nel cervello” in perenne lotta tra loro (anche se il paragone è calzante), ma di due attitudini mentali che rischiano di paralizzarci in maniera definitiva davanti a quella maledetta pagina bianca. Ovviamente il problema non sta nel colore o nel supporto che usate per la scrittura, ma nella prospettiva. Fate questo semplice esercizio, se potete almeno per tre giorni di seguito. L’ideale sarebbe di farlo diventare un elemento della vostra pratica quotidiana.
Prendete un foglio di carta. Scrivere con una penna in modo tradizionale è parte integrante dell’esercizio ed è estremamente liberatorio. Non pensateci su troppo: iniziate a scrivere. Scrivere cosa, direte voi. Dovete semplicemente trasferire sulla carta quello che vi passa nella mente, senza controlli, censure o regole. Non esistono cose troppo stupide o troppo banali; ricordate che non è un foglio che dovete fare leggere a qualcuno, anzi sarebbe anche bene che non lo rileggiate neanche voi dopo averlo scritto. Quando dico “quello che vi passa per la mente” intendo davvero tutto: le considerazioni sul tempo atmosferico, le preoccupazioni per la giornata, l’arrabbiatura che vi siete presi a prima mattina o un brutto sogno che avete fatto poco prima del risveglio. Parlate della vostra difficoltà nello scrivere, descrivete nella maniera più precisa possibile il vostro senso di impotenza e di frustrazione, trovategli uno sfogo. Non preoccupatevi di: punteggiatura, ortografia, grammatica. Se potete, non staccate nemmeno la penna dal foglio se non per andare a capo. Davvero, scrivete senza occuparvi di tutte quelle cose che sono “normali” nella scrittura, dalla correttezza grammaticale alla coerenza interna. Se sentite il bisogno di ripetere un concetto molte vole, fatelo! E’ il vostro spazio di libertà assoluta.
Sembra una frase fatta, ma scrivere di un blocco sulla carta può davvero farlo scomparire dalla vostra mente.
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