(venerdì, 15 febbraio 2013)
(Nota: la straordinaria custodia per ukulele nella foto è una creazione originale di Astriaha)
Qualche tempo fa, in un’articolo sulle 6 ragioni per frequentare un laboratorio di scrittura creativa, uno dei miei lettori, Kevin, mi ha chiesto di parlare della mia esperienza con l’Ukulele.
Cosa c’entra l’ukulele con la scrittura? C’entra. Ogni forma di creatività che possiamo coltivare c’entra con la scrittura. Scrivere trae la propria forza e il proprio nutrimento da ciascuna delle nostre passioni, da tutte le sensazioni che possiamo provare nella nostra vita, e più la nostra vita è piena di stimoli, più stiamo motivati a scrivere. Per questo Hemingway era un eccellente scrittore: perché viveva al vita al massimo, anche mettendosi la propria vita in pericolo (consiglio doveroso: ragazzi, non fate a casa quello che faceva Hemingway). Per questo, passando a uno scrittore di altro genere, Leopardi era un autore così sensibile: perché riceveva stimoli enormi dalle sue lettura e perché il suo studio (dal latino “studium” = passione), sopperiva la mancanza di esperienze “sensoriali”.
Direi che noi persone normali stiamo un po’ a metà tra Hemingway e Leopardi, pendenti al lato a cui ci porta il nostro estro e il nostro carattere.
Per quello che mi riguarda l’ukulele non è solo un hobby, è una forma di sfogo, di meditazione, di espressione (anche se solo per pochi intimi) e anche di cazzeggio, perché no. Quando scrivo ho l’ukulele a portata di mano, proprio dietro la schiena, appeso a un eccezionale gancio preso al Mercatino dell’ukulele. A volte, quando la pressione della scrittura diventa troppa (è difficile scrivere intensamente per tanto tempo!) lo prendo, lo suono un po’, ci canticchio un po’ sopra e riprendo.
Ora, per rispondere alla domanda di Kevin, qual’è la mia storia con l’ukulele? La mia storia inizia più o meno nei primi mesi del 2008. Mi vergogno a pensare come lo suonavo allora, quanti errori tecnici facevo e come le mie strutture ritmiche fossero totalmente risibili (non è che ora stiano a livello da maestro eh!). Per una coincidenza sono andato nel maggio di quell’anno al Festival dell’ukulele di Parigi. Ed è stato là che ho conosciuto Mimmo Peruffo, il creatore delle corde Aquila, Daniela Gaidano, Veronica Sbergia e Max De Bernardi. Tra gli altri c’erano Victoria Vox e Sweet Soubrette. Non avrei mai immaginato che pochi anni dopo avrei ospitato Sweet Soubrette a casa mia nel suo tour romano, e che avrebbe cantato all’Acrobax una sua canzone tradotta da me in italiano. Sono quelle cose così pazzesche che non ti sogni neanche a occhi aperti.
Comunque sia vidi subito che la comunità ukulelistica era aperta, fatta da autentici appassionati, animata da passione autentica e dal cosiddetto “Aloha Spirit”… per sapere cosa sia esattamente, chiedetelo a Jontom. Devo dire che ci sono un po’ di teste di cavolo anche nel mondo dell’ukulele, persone non serie o davvero poco amichevoli, ma prima o poi si rivelano per quello che sono e vengono respinte. “Non è un vero ukulelista” è una frase che mi è capitato di sentire qualche volta, e questa considerazione non aveva nulla a che vedere con la bravura con cui si imbraccia lo strumento, ma con il senso di umanità e di buona educazione di chi lo imbracciava.
Col tempo, grazie a Jontom, ai suoi testi di autoapprendimento e alla sua comunità su Youkulele.com, ho cercato di migliorare la mia tecnica e di renderla musicalmente più decente. Grazie ad Adriano Bono mi sono anche (sconsideratamente) esibito dal vivo in qualche occasione…
Non so se tutto questo risponde alla domanda di Kevin, ma potrei tornare sull’argomento ukulele, di tanto in tanto. E’ una delle cose che amo, quindi credo che mi venga abbastanza semplice.
un commento
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il 16 febbraio 2013 alle 12:44 ha scritto:
Ciao Mauro..
grazie tante della risposta e delle segnalazioni..Saperne di più sulle esperienze di chi si nutre delle mie stesse passioni, e magari ha più esperienza di me, mi offre molti spunti di riflessione..in qualche modo si aggiunge tutto al bagaglio di informazioni fin qui acquisite..altri tasselli a disposizione..Poi magari succede che i pezzi del puzzle, dentro e fuori di me, si uniscano tra di loro in maniera misteriosa..si intrecciano in modo insospettabile, quasi sempre sfuggendo alla razionalità..lo fanno ‘di nascosto’..e così: ieri ho scoperto che Jontom insegna presso gli INSOMNIA STUDIOS di Reggio Emilia, qui a due passi diciamo, proprio all’interno del circuito accademico a cui avevo deciso di interessarmi giorni fa..Stamattina ho accompagnato un’amica per una visita: accanto allo studio, un cartellone che informava di varie iniziative, tra cui un corso di scrittura creativa, qui a Parma..Poi torno a casa e vedo il tuo post di risposta..niente male, no?
Sai, a questo proposito, mi ha fatto sorridere leggere “…Per una coincidenza sono andato a Parigi…”, unitamente alla descrizione di quello che ti è accaduto dopo a partire da quell’esperienza..
Beh..non mi resta che augurare a te e a tutti i tuoi lettori una buona giornata..
Kevin