(venerdì, 1 marzo 2013)
Chi scrive ha tanti nemici. In un precedente articolo ne avevo descritti quattro, ma non c’è un vero e proprio limite agli ostacoli che possono limitare, contrastare o bloccare la nostra creatività. Chi scrive può ricorrere a una serie di tecniche che possono venire in suo aiuto nei momenti difficili. Nessuna di queste tecniche è una soluzione di per sè: questa più che una cura è una terapia da seguire con costanza e continuità. Ciascuno di questi consigli è stato sperimentato da me in prima persona e ne ho constatato l’efficacia, specie nei momenti più difficili.
- Chi scrive è un animale abitudinario. In un certo senso le abitudini dello scrittore sono la sua forza. Costruisci un rituale che precede il momento vero e proprio della scrittura: ascolta una canzone che ti è di ispirazione e ti dà la motivazione giusta; preparati una tazza di tè (niente alcol! Lo so che è di moda tra gli scrittori, ma sii gentile col tuo fegato); accendi una candela (o una sigaretta per i meno salutisti); suona uno strumento musicale (come faccio io con l’ukulele)… non c’è una regola precisa, anzi quanto più personale è, più ha la possibilità di avere successo.
- Cerca di scrivere sempre alla stessa ora, possibilmente tutti i giorni. Devo dire che non è una regola che seguo spesso, ma di tanto in tanto me la sono imposta e i risultati si vedono. La scrittura praticata sempre alla stessa ora diventa già dopo un paio di giorni un’abitudine consolidata, un’attività come un’altra. A volte penso che l’attività dello scrivere sia guardata con una reverenza eccessiva, anche da parte di chi la pratica abitualmente. Ci si siede e si scrive. O, come diceva Hemingway, si sanguina.
- Datti degli obiettivi realistici: la maggior parte dei programmi di videoscrittura ti danno il conteggio delle parole. Scrivere dalle 500 alle 2000 parole al giorno è un obiettivo assolutamente ragionevole. Tutto quello che fai oltre l’obiettivo stabilito è un dono in più. Se fai di meno, non ti disperate: in ogni caso hai scritto e sei andato avanti, anche solo di un passetto. Dedicare anche solo mezz’ora al giorno alla scrittura è una vittoria personale sul caos in cui viviamo.
- Non scrivere solo quando nei hai voglia. Scrivi anche quando non sei dell’umore adatto, quando senti la stanchezza, la tristezza, la svogliatezza: avrai quasi sempre una bella sorpresa: la qualità della scrittura non dipende dall’umore del momento. Questo lo dico a proposito della scrittura ma va bene per qualunque passione o attività: se ti fermi ad aspettare il momento perfetto per fare qualcosa, non la farai mai. Siediti e scrivi. Il resto verrà da sè. Lo so che è difficile da credere, ma lo ripeterò fino alla nausea: siediti e scrivi, siediti e scrivi, siediti e scrivi.
E tu, hai un tuo sistema per scrivere anche quando le cose sono più difficili o quando non ti va, al di là di scadenze oggettive e a parte legarsi alla sedia?
6 commenti
RISPONDI
|
il 1 marzo 2013 alle 8:22 ha scritto:
Ciao, mi sono imbattuto nel tuo sito tramite un link di Facebook… molto bello!
I 4 consigli sono basilari ma importantissimi.
Ti continuerò a seguire. Grazie e buon lavoro!
il 1 marzo 2013 alle 8:24 ha scritto:
Grazie Pierpaolo. Hai ragione, sono consigli davvero elementari, ma è bene ricordarli di tanto in tanto, specie nei momenti in cui manca un po’ la motivazione a scrivere (cosa che capita davvero a tutti, prima o poi).
il 1 marzo 2013 alle 8:50 ha scritto:
Sono ottimi consigli; gli stessi che avevo già letto su “On Writing” di Stephen King, che, per quanto “osteggiato” dalla critica, per me rimane uno scrittore che sa catapultarti nella “storia”…
il 1 marzo 2013 alle 8:59 ha scritto:
Stephen King è un autore dalla tecnica solida e assolutamente degno di riguardo. Ogni aspirante scrittore può imparare davvero molto da lui. Non conoscevo On writing, mi hai fatto venire voglia di recuperarlo.
il 1 marzo 2013 alle 10:58 ha scritto:
Ciao Mauro, anch’io come Pierpaolo ho scoperto il tuo sito grazie a FB… Credo ti seguirò con assiduità, nonostante i ritmi, gli obblighi e gli aridi lavori che a volte occorre svolgere per “campare”! La scrittura per me è una terapia…mi ha salvato la vita molto spesso e continua a farlo. Ogni volta è la mano che mi tira indietro dal dirupo! A presto e buon lavoro.
il 1 marzo 2013 alle 15:49 ha scritto:
Hai ragione Barbara, la scrittura è stata una terapia anche per me: sa essere davvero benefica!