(martedì, 5 marzo 2013)
[Senza troppi giri di parole: questo è il centesimo post. Ho deciso di festeggiarlo non scrivendo. Ok, detta così suona male. Ho deciso di festeggiarlo invitando un’ospite che apprezzo molto, Estrema Riluttanza (è il suo nome di penna), che ha un suo blog e scrive di tanto in tanto di musica su Stonehand Ex Press. L’avevo intervistata tempo fa. E’ una cosa che faccio quando mi viene l’entusiasmo, chiedo interviste. A me Estrema fa ridere tanto (in senso buono), per cui le avevo detto, fammi qualcosa che ha a che fare con la scrittura, anche in maniera molto sgangherata. Questo è il risultato. Se non è scrittura creativa questa, allora io non so cosa sia. Buona lettura]
Salotto, luci accese, divano blu, silenzio.
“Ecco lo sapevo sei la solita pappamolla, non potevi dire che non avevi tempo?”
“No, perché il tempo ce l’ho, è che non so cosa scrivere”
“Ma se sei sempre lì che scrivi una roba dietro l’altra…”
“Sì ma io scrivo, mica spiego il perché”
“Va bene ma puoi parlare di come funziona”
“Appunto, cosa ne so di come funziona, è come una tv, la usi ma mica sai come funziona”
“Lascia stare che sui paragoni sei debole, prova a pensare a cosa succede quando scrivi”
“Scrivo”
“Sei peggio di un mulo quando punta”
“Se è così facile dimmelo tu”
“Io non lo so, non sono io che scrivo”
“Sì ma sei sempre lì quando lo faccio, mi vedi”
“Ok, per esempio, pensa a quando ti viene l’idea di scrivere su un argomento, cosa ti mette in moto?”
“Ah…dunque…di solito a farmi partire son cose che mi smuovono dentro, che mi divertono o mi irritano”
“Ecco vedi che alla fine ci arrivi!”
“Detta così sembro deficiente”
“No, è che sei pigra, non hai voglia di stare a pensarci su, se ti ci metti i risultati ci sono”
“Che bello avere un personal trainer”
“Guarda che se non ti va io mi dileguo e poi ti arrangi da sola”
“No, dai, che oltretutto è il centesimo pezzo che è una cosa un po’ delicata, anche se non mi è chiaro perché il 99 o il 101 non se li fili nessuno”
“Se non ricordo male, tu per il centesimo post sul blog hai fatto un gran buttasù, scomodando Tex Willer e Iva Zanicchi”
“Vero, vorrà dire che la prossima volta il post a colori sarà il 199”
“Dai, basta divagare, concentrati sul pezzo”
“Ma come parli? Concentrati sul pezzo”
“Dillo come ti pare ma qualcosa in più devi tirar fuori”
“Ma non lo so! E se dico che non sono riuscita a farlo, che ho preso un virus intestinale?”
“Ma per favore! Su facebook ci sono foto di te che ti strafoghi di patatine a pranzo, credibilità pari a meno infinito”
“ Uff”
“Allora, se di scrittura non vuoi parlare, pensa a cosa fai dopo aver scritto”
“Mi faccio un tè”
“Intendo cosa fai con quello che hai scritto! Poi scusa, se son le dieci di sera o mezzogiorno ti fai comunque un tè?”
“In effetti sì, magari cambia il tè”
“Il testo, cosa te ne fai di quello che hai scritto? Lo pubblichi e via?”
“Prima vado sul web a cercare immagini da abbinare al testo. Ecco, quella è una cosa un po’ complicata; a parte il fatto che delle volte digiti “pacco regalo” e vengono fuori immagini di donne in guepiere, poi un concetto, una frase possono essere stravolti dall’immagine sbagliata mentre quella giusta li prende e li lancia verso l’infinito”
“Ti prego, le pulsioni poetiche cerca di dominarle che sono imbarazzanti”
“Magari potrei anche dire che a volte, tipo quando sono in stazione e aspetto un treno che ha 35 minuti di ritardo, mi collego al blog e vado a rileggermi a caso i post vecchi, quelli che magari non ricordo più bene, e mi fanno ridere come quando li ho scritti; alla fine è come se fosse una doppia terapia, prima come autrice e poi come lettrice”
“Secondo me Mauro sto post lo butta giù per il cesso”
“Sì però non ti va mai bene niente, anche quando ci provo!”
“Mi sa che questa collaborazione non funziona, io getto la spugna, cercati qualcun altro”
Brano tratto da Conversazioni tra Estrema Riluttanza e le sue numerose personalità..
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