(martedì, 19 marzo 2013)
Scrivere a volte è difficile. Per questo chi scrive cerca sempre nuovi metodi che la aiutino a impegnarsi in quello che sta facendo senza distrazioni. Non uso la parola impegno per caso. L’impegno ha una caratteristica molto interessante: prima dell’impegno e dopo l’impegno non c’è niente. L’impegno è una forma di perfezione. Quando facciamo qualcosa spendendo tutto quello che abbiamo di noi stessi stiamo formando il nostro carattere. Per questo è così difficile scrivere, perché ci vuole carattere! Però non disperiamoci, è un lavoro che si può imparare, si può praticare e si può stabilizzare con il tempo. Basta solo un po’ di impegno (ho già usato questa parola?) e qualche tecnica che venga in nostro soccorso.
Una tecnica che mi è capitata sotto gli occhi è la tecnica “Pomodoro”, creata da Francesco Cirillo in ambito di programmazione e applicabile anche ad altri ambiti (Questo è il link al sito. E’ in inglese). Vi consiglio di guardare il video perché è molto carino. Il principio è molto semplice: si prende un timer da cucina e si mette su 25 minuti. Durante quei 25 minuti pensiamo soltanto alla nostra attività (in questo caso alla scrittura). Ogni 25 minuti è prevista una pausa di 5 minuti. Sembra un po’ lo schema delle ripetizioni in palestra e forse questa idea non si allontana molto dalla realtà.
Sono previsti sei passaggi per diventare “Maestri del pomodoro” (questo approccio informale devo dire che rende il compito più piacevole: mai prendersi troppo sul serio). Il nome viene dal timer che viene usato, in questo caso un timer a forma di pomodoro. Credo che funzioni con altri tipi di frutta. Io personalmente uso un timer a forma di cuoco. Veniamo ai passaggi.
1. Fai una stima di quanti pomodori (o unità da 25 minuti) sono necessari per completare un compito specifico.
2. Impara a proteggere il tuo pomodoro (o tempo di scrittura) da distrazioni e interruzioni (telefonate, facebook, bisogno compulsivo di controllare la posta elettronica o gli sms…)
3. Cerca di prevedere quanti pomodori sono necessari per un compito (sembra simile a 1. ma non lo è. In 1. facciamo una stima basata sull’esperienza, in questo caso cerchiamo di prevedere quanto tempo sarà necessario.
4. Usa il pomodoro non solo per il compito che ti sei assegnata, ma anche per fare uno schema e per la revisione.
5. Fai un programma in base al lavoro che ti proponi di fare a seconda del tempo che hai a disposizione durante il giorno (nel video parla addirittura di stagione, ma in questo caso andiamo più nel campo della produttività… e la scrittura non funziona esattamente così, non sempre almeno).
6. Trova il tuo obiettivo personale (essere più efficiente, raggiungere una qualità più elevata… eccetera).
Personalmente ho provato a usare questa tecnica proprio nella scrittura di questo breve articolo. All’inizio devo dire che il ticchettio del cuoco mi dava un po’ sui nervi, ma poi dopo qualche minuto di astrazione questo suono è diventato una specie di ritmo che ha qualcosa di rassicurante. Ora non so se inizierò a usare questa tecnica per la mia scrittura quotidiana, ma di certo vale la pena fare un tentativo, anche solo per capire che questo metodo “non va bene per noi”. Aggiungo, come curiosità che per questo articolo ho impiegato poco più di un pomodoro.
In ogni caso direi che i punti di questo motodo non vanno trascurati. Trovo molto apprezzabile che il punto 6 sia “libero” e adattabile alle nostre esigenze. In fondo ogni tecnica deve avere al centro proprio noi, scrittori e scrittrici che cercano di creare parole contro ogni logica, buon senso e contro il mondo che vorrebbe farci smettere con un arsenale impressionante di tecniche dilatorie e ostruzionistiche.
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