Questo sito è dedicato allo sviluppo e alla pratica della scrittura creativa in tutte le sue forme e comprende l’analisi critica di vari mezzi espressivi, dalla narrativa alla musica, dal cinema al teatro, passando per altre forme che fin troppo spesso sono considerate minori: la televisione e il fumetto.

RECENSIONI   /   teatro   /   Ella’s secret – raccontare l’irraccontabile

(giovedì, 15 marzo 2012)

Note: you can find an english translation  of this review here.

Dall’8 al 25 marzo è in scena a Roma al Teatro Dell’Angelo Il segreto di Ella, scritto e diretto da Harris Freedman. Già rappresentato negli Stati Unito e in Gran Bretagna, questo lavoro teatrale affronta uno dei temi fondamentali del XX secolo: il tema dell’olocausto e l’enorme ferita che questa atrocità ha inferto a livello individuale e collettivo, oltre che filosofico e spirituale.

Il testo di Freedman ha almeno due pregi di immenso valore. In primo luogo si preoccupa delle persone. Non cerca di fare proclami personali a favore o contro qualcosa, non si abbandona alla retorica, ma cerca di costruire due personaggi autentici, portatori di paure e di esigenze quotidiane. Persone che hanno subito la violenza della storia e che non sono in grado di dare un senso agli effetti dell’orrore della persecuzione nazista nelle loro vite. Il secondo pregio di Ella’s secret consiste nell’aver dato la voce a due donne. L’autore avrebbe potuto fare una scelta diversa: avrebbe potuto ad esempio presentare vittima e carnefice, magari coinvolgendo il coniuge della vittima, come aveva fatto Ariel Dorfman ne La morte e la fanciulla (diventato un film di Roman Polanski nel 1995). In questo caso mette a confronto il confronto è fra vittima e attuale moglie del persecutore, anche se in questo caso si tratta di un persecutore molto particolare. E’ qualcuno che non vediamo mai ed è qualcuno che a suo modo ha salvato Ella. Allo stesso tempo è un uomo che si è macchiato di crimini di guerra.

Non sono davvero possibili ricostruzioni, riconciliazioni o riparazioni più o meno plausibili. Le due donne si scrutano, si studiano e si saggiano a parole, come in una danza rituale in cui il predatore può diventare preda e il coltello non è mai saldamente dalla parte del manico di una delle due protagoniste. In senso spaziale Freedman fa un ottimo lavoro nel gestire il rapporto tra distanze fisiche ed emotive fra le due figure in scena, distanze che restano elastiche fino alla fine, che si avvicinano e allontanano. Potendo fare affidamento su due donne, Ella’s secret una componente emotiva profonda, viscerale nel senso più letterale del termine, che si affianca a quell’antagonismo che è parte integrante dell’universo femminile.

Uno spettacolo dunque intenso ed appagante, con un finale da thriller. Non nel contenuto, perché non è questo il senso della piece, ma sicuramente nella messa in scena, grazie anche al generoso contributo di Lydia Biondi e Michetta Farinelli.

Condividi condividi su Del.icio.us condividi su Digg


un commento

 

RISPONDI


+ 9 = 11

RECENSIONI PRECEDENTI

notizie cinema teatro musica scrittura