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scrittura   /   Femminismo e World of warcraft: intervista ad Angela Washko

(mercoledì, 30 gennaio 2013)

(Esiste una versione inglese di questo articolo, la puoi trovare qui).

Angela Washko è un’artista di New York e fan dei videogiochi che a un certo punto ha avuto un’idea molto particolare: effettuare delle ricerche su femminismo e questioni di genere nell’ambiente di gioco (in-game, come si direbbe in inglese, cioè all’interno del gioco stesso). Angela ha scelto World of Warcraft per i suoi studi (o più semplicemente, WoW). WoW è il gioco di ruolo online più famoso e con il maggior numero di giocatori in tutto il mondo, (10 milioni, anche se questa cifra è in costante diminuzione con il passare del tempo). Ovviamente Angela non ha condotto la sua ricerca su così tante persone ma si è concentrata sul server su cui era abituata a giocare.

La sua ricerca in teoria era abbastanza semplice: Angela si avvicinava ai vari personaggi che incontrava all’interno del gioco e rivolgeva loro la domanda “Cos’è il femminismo?”. Le risposte ricevute sono state le più diverse e disparate e dimostrano come il pregiudizio nei confronti delle donne che amano i videogiochi sia ancora molto accentuato. Angela ha riscontrato una forte dose di omofobia. Durante queste ricerche sono stati realizzati anche dei video, e uno dei più interessanti vede una lunga conversazione con un “blood elf” (una delle razze di WoW) di nome Chastity, interpretato, se così si può dire, da una ragazza di diciannove anni sposata e incinta del primo bambino. La serie di questi video può essere vista qui. Devo dire che è straniante vedere conversazioni su questioni di genere all’interno di un gioco di ruolo come WoW, in un ambiente che ha come sfondo la capitale orchesca di Orgrimmar, musica epica in sottofondo e una pletora di personaggi e di creature che si affacciano, camminano, corrono e volano via (letteralmente). L’effetto è davvero molto affascinante.

Ho contattato Angela e le ho rivolto alcune domande, cui lei è stata molto contenta di rispondere.

- Gli studi di genere riguardo alle comunità videoludiche non sono mai stati così popolari come nel 2012. Penso soprattutto alla forte reazione agli studi di Anita Sarkeesian sui personaggi femminili nei videogiochi. Eppure ho la sensazione che tu abbia spinto la ricerca un pochino più avanti: portarla nel cuore delle comunità di gioco e cioè dentro al gioco stesso. Come ti è venuta questa idea?

Questa idea mi è venuta nel 2011. Avevo la sensazione che il modo più interessante al mondo della cultura fosse legato alle prospettive che avevo acquisito durante la mia formazione. Ho iniziato a girare video e a preparare allestimenti partendo dai videogiochi di ruolo che mi avevano appassionata fin da piccola. Lo scopo era quello di mostrare il modo in cui le donne erano rappresentate in questi ambiti e gli enormi problemi relazionali che stavano avendo come conseguenza. Questo progetto (“Eroine con un bagaglio”) mi ha indotto a pensare alle mie esperienze come giocatrici dei World of Warcraft.

La discriminazione di genere non era una conseguenza del lavoro di chi aveva sviluppato il gioco, ma nasceva unicamente dalla comunità dei giocatori. Allora ho pensato a come decostruire questo meccanismo, e ho capito che la cosa migliore era chiedere ai giocatori stessi perché le cose dovessero andare in questo modo. Così, dopo aver formalizzato i miei pensieri su questo argomento, nel gennaio del 2012 ho iniziato e collegarmi nel gioco e a fare domande in proposito. Alla fine ho iniziato a registrare queste conversazioni.

- Anche se la tua è stata a tutti gli effetti una ricerca, ho la sensazione che sia stata allo stesso tempo una performance, un modo per far riflettere e per rendere i giocatori più consapevoli rispetto ai problemi di genere. E’ per questo che hai fondato il Council on Gender Sensitivity and Behavioural Awareness in World of Woarcraft (Consiglio sulla sensibilità di genere e sulla consapevolezza comportamentale in World of Warcraft)?

Preferisco usare il termine recerca, perché è più inclusivo. Se uso il termine performance con i miei compagni di gilda (che è una cosa che faccio nel momento in cui una conversazione dura ora piuttosto che minuti), l’effetto rischia di essere controproducente. Sembra una forma di sfruttamento. Sto stabilendo un tipo di relazione in cui uso le persone con cui entro in contatto. Se invece li invito a partecipare alla ricerca, vuol dire che quello che mi dicono ha un valore (il che è vero in entrambi i casi, ma nel primo caso io assumo una posizione di potere) e che questo valore dà un valore che non è limitato al mio ego dietro all’avatar-personaggio di gioco. Come giocatrice mi trovo in una posizione di vantaggio (anche se non sono più così competitiva come una volta!) e così ho un accesso diretto a una comunità sociale davvero unica, che nonostante la sua estrema diversità assume spesso un linguaggio misogino, omofobo e razzista.

- Qual’è lo scopo di questo Consiglio che hai fondato?

Il Consiglio sulla sensibilità di genere e sulla consapevolezza comportamentale in World of Warcraft in realtà ha due obiettivi:

1. Avere conversazioni in cui tutti si sentano a proprio agio sul ruolo della donna nelle comunità di gioco, sul modo in cui si parla delle donne (in generale ci si riferisce a loro come DONNE e non come giocatori) e sul femminismo in World of Warcraft. Il mio percorso artistico (dentro e al di fuori dei videogiochi) cerca di rendere visibili le proiezioni negative che vengono rese delle donne all’interno dei videogiochi. Spero sempre di coinvolgere giocatori che mi rivelino sinceramente qualcosa del loro sistema di valori, com’è fatto, com’è si è formato e che non mi attacchino semplicemente con il “trolling”. Sì, incontro un sacco di “troll” (=giocatori che usano un linguaggio aggressivo per il puro gusto di farlo). Quando questo avviene, reagisco prendendo la loro risposta per buona e cerco di scavare e di andare alla fonte delle loro parole, cerco di rivelare la natura di questo linguaggio problematico che molti giocatori hanno codificato con il passare del tempo.

2. Voglio condividere il mondo dei videogiochi in ambito artistico. Intendo fare questo in modo responsabile. Voglio cancellare l’idea che i giocatori di WoW siano un branco di sedicenni immaturi e far capire che invece il giocatore tipico è intorno ai trent’anni di età, educato ed è una persona che sceglie consapevolmente un certo tipo di linguaggio. Faccio parte della realtà artistica di New York e molto spesso mi dimentico di quanto siano misogine molte altre parti degli Stati Uniti. Quando faccio ritorno nella Pennsylvania rurale o visito cittadine come Ocean City nel MAryland, mi ricordo improvvisamente che, anche se i discorsi sul femminismo sono compresi e accettati all’interno della comunità di cui faccio parte, in molti altri luoghi non sono affatto accettati. World of Warcraft comprende una vasta sezione trasversale degli Stati Uniti… e questo mi fa capire che c’è ancora molta strada da percorrere in termini di visibilità e di diritti.

- Ho trovato molto affascinante la serie di video della tua conversazione con Chastity. Come regiscono le persone che non conoscono World of Warcraft?

Dunque, ho scritto un saggio in proposito perché fosse comprensibile il contesto in cui vedere questi video. Però è difficile spingere le persone a leggere, per cui in generale si tende a passare sopra agli elementi chiave per comprendere il gioco. Mi viene detto continuamente “va beh, è un mucchio di quattordicenni – sedicenni stupidi”. Non è così. Ho parlato con persone di

tutte le età (dai 17 ai 60) e molto diverse tra loro dal punto di vista sociale, economico, razziale e di genere. Chastity ha 19 anni, è sposata e incinta. Xentrist, anche lui in quel video è uno studente universitario. Tra i giocatori con cui ho giocato molto ci sono professori, insegnanti di matematica, marines, liceali, grafici, diverse persone con disabilità, ingegnieri, programmatori, eccetera. E tutti quanti ti chiedono di tornare in cucina quando parli di femminismo.

- Questa conversazione si svolge a Orgrimmar, la capitale dell’Orda (una delle due fazioni di World of Warcraft). Hai svolto studi analoghi a Stormwind, la capitale dell’Alleanza?

I miei “studi” sono stati condotti esclusivamente nell’ambito dell’Orda, perché ho sempre giocato Orda ed è la comunità di cui faccio parte. Ho sempre voluto prendere parte a questo progetto come giocatore e non come una persona che entra, cerca di ottenere una risposta veloce e poi se ne va. Qualunque tipo di lavoro è significativo se parte da un punto di vista personale. Il video di Chastity è stato girato mentre interpretavo il mio personaggio “banchiere” (il personaggio che ha in custodia tutti gli oggetti “in più”). Molte altre sessioni sono state girate con i miei personaggi di alto livello. Molto presto ci saranno altri video!

- Hai provato a fare ricerche di questo tipo su serve RP?

Sì ho provato su un server RP-PvP (per rendere più chiaro il concetto a non giocatori: RP = Role Playing, cioè gioco di ruolo. Sui server RP quello che fai è dici è coerente con il personaggio che stai interpretando e di fatto crei la sua personalità con parole e azioni… e le conversazioni dovrebbero avere come oggetto il mondo fantastico di WoW e non quello che succede al di fuori dello schermo). Si può giocare su un server RP o su un server normale (che permette un linguaggio aperto a qualunque cosa e non circoscritto al mondo fantasy del gioco… su un server normale sei solo un avatar che sta giocando). Ho avuto risultati simili su server RP, ma in molti server RP si può usare un linguaggio aperto a qualunque genere di conversazione, proprio come nei server normali. Comunque, come nella domanda sull’Orda, preferisco trovarmi su server su cui sono stata già per un po’ di tempo. Inoltre, fare questo tipo di ricerche su un server RP è un po’ controproducente, perché voglio prendere in esame questioni come il linguaggio comune usato nel gioco, e questo è più frequente su server normali piuttosto che su server RP (parlando più in generale).

- Io non sono madrelingua inglese e quindi… perché quelli che ti danno risposte negative sono così ossesionati dai sandwich?

Sammies, sammiches e sandwich. E’ un meme. Sono usati per mettere le donne “al loro posto”. Spesso sono accompagnati da “gb2kitchen”, “go back to kitchen” (ritorna in cucina). Qui si può trovare una breve storia di questo meme. Molti meme sono amati e vivono a lungo dentro WoW. Per qualche ragione la gente parla ancora di Chuck Norris. Il meme di Leroy Jenkins è molto popolare ed è nato all’interno di WoW.

- Cosa succederà in futuro?

Il video di Chastity è il primo di una serie della mia ricerca. C’è voluto molto tempo per selezionare i video che in qualche maniera comunicavano qualcosa in più. Certe discussioni vanno avanti per ore e non succede davvero niente. Al momento mi trovo in Finlandia, ad Helsinki e sono spesso chiusa nel mio studio a guardare video di me stesso che gioca a WoW. Sono sicura del fatto che molti artisti pensino che questo sia estremamente triste, ma è un lavoro assolutamente necessario per decidere quali video pubblicare. Credo che sia importante usare una forma “lunga” per permettere agli spettatori di assistere alle conversazioni nella loro complessità, e anche se sono la prima a detestare lunghe sessioni di videoarte, devo dire che questo è l’unico modo di rendere giustizia a queste conversazioni. Sto realizzando anche trascrizioni testuali di questi colloqui.

Il 22 febbraio 2013 partecipo al VECTOR festival di Toronto in cui esporrò la mia ricerca davanti a un pubblico! L’ho già fatto altre volte (Spattered Columns Gallery, Gowanus Studio Space, e Flux Factory – tutte a New York City). Ma ho ancora molto lavoro da fare.

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un commento

  • Feminism and World of Warcraft: an interview with Angela Washko | Mauro Corso, attore e scrittore
    il 30 gennaio 2013 alle 10:34 ha scritto:

    [...] (Click here for the italian version of this article) [...]

 

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