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scrittura   /   Intervista ad Alessandro Cimarelli per Il sogno della tartaruga

(venerdì, 13 aprile 2012)

Alessandro Cimarelli ha pubblicato il suo romanzo di debutto nel marzo del 2012. Il suo libro è di fatto un racconto di viaggio in cui vengono riprodotte atmosfere, persone ed esperienze molto vivide e personali. Il punto di partenza è la passione per il windsurf, passione che l’autore condivide con Marco, il protagonista del sogno e che può far pensare alla natura sostanzialmente autobiografica di quello che viene raccontato.

Alessandro Cimarelli è uno di quegli autori che hanno scelto la via dell’autopubblicazione. Pur avendo provato a mandare il suo dattiloscritto a diverse case editrici, alla fine ha preso questa decisione allo stesso tempo coraggiosa e appassionata. Coraggiosa perché vuol dire dovers cercare da solo il proprio mercato. Appassionata perché il controllo che si ha sulla propria “creatura” è totale: dalla scelta della copertina al titolo fino agli ultimi ritocchi sono del tutto personali.

La vicenda è lineare (ed è un bene che sia così): seguiamo il romano Marco durante una vacanza a Cabarete. Ma prendiamo direttamente la sinossi scritta proprio da Alessandro: “Dopo due anni in cui Marco non va in ferie, decide di partire per un viaggio per ritrovare se stesso. Il luogo scelto è lontano da casa, una località caraibica, Cabarete, dove poter praticare di nuovo il windsurf, la sua grande passione. L’inizio del viaggio sarà quello che Marco cercava, mare, sole e adrenalina. Le onde da surfare e i primi salti con il windsurf lo fanno sentire vivo come mai si era sentito fino a quel momento. Marco conoscerà molte persone che troverà affini al suo modo di voler vivere la vita, ma gli incontri più significativi saranno con Dahlia, una ragazza francese, verso cui proverà forti sentimenti contrastanti, e una tartaruga con un segno bianco sul guscio che lo porterà in una dimensione irreale, facendogli ritrovare una parte di se nascosta da tempo. Tutte le scelte che Marco farà durante il mese il cui si troverà a Cabarete lo porteranno a trovarsi nel posto giusto, al momento giusto e nella condizione fisica giusta per affrontare il suo destino”. Veniamo ora all’intervista vera e propria.

  •  Come è nata l’idea per questo romanzo?

Ho sempre scritto dei miei viaggi. Come Marco, il protagonista, durante i miei viaggi porto con me un taccuino dove scrivo tutto quello che accade e mi colpisce. Nel viaggio a Cabarete del 2007, sono però accadute diverse cose che mi hanno fatto riflettere, così ho iniziato a scrivere tutti gli avvenimenti di quel mese. Col tempo quello che scrivevo si è trasformato e ha preso la forma di un racconto, che partiva da fatti realmente accaduti, ma che poi si mescolava con sogni e incubi prendendo la consistenza di una storia fantastica.

  •   Si può supporre che alcune esperienze di Marco siano autobiografiche?

Molte delle cose che accadono a Marco nel libro sono successe a me. Credo che qui stia il bello, capire dove sono gli avvenimenti reali e dove quelli inventati. Mi piacerebbe sentirmi chiedere “e questo? Ti è veramente successo?”.

  • Nel tuo libro c’è un ritorno continuo ad esperienze corporee, come il senso di fatica nel nuotare e la sensazione del vento nella pratica del windsurf. Secondo te qual’è l’importanza del corpo nella scrittura?

Credo sia importante, se chi scrive riesce a trasmettere delle sensazioni corporee, la mente le trasmette al lettore e questo vive più intensamente quello che accade al personaggio, immedesimandosi. Questo vale per altre forme artistiche come il teatro dove se un attore riesce a farti vivere le sue emozioni poi diventano tue. Più si riesce a far vivere l’immaginazione del lettore con esperienze corporee, più il lettore è portato a seguire la storia, a farla propria.

  • Senza svelare troppo, si può dire che ci sia un elemento “soprannaturale” nel libro?

Si, certamente c’è, già il titolo ne riporta un elemento. Il sogno come porta per vedere oltre al mondo materiale in cui siamo abituati a vivere. Nel sogno si può essere o fare ciò che si vuole e a volte si può anticipare quello che accadrà.

  •  Quali sono stati i tempi rispettivamente per la scrittura e per la revisione?

Ho iniziato a scrivere subito dopo il viaggio a Cabarete, nel maggio 2007, poi conciliando con il mio lavoro di consulente informatico, che mi faceva viaggiare per tutta l’Italia, ho terminato il romanzo nell’aprile del 2009. Quasi due anni. Ho fatto riposare il manoscritto per qualche mese e poi ho iniziato la revisione. Purtroppo nel giugno 2009 è successo qualcosa che mi ha bloccato mentalmente e fisicamente. Uno dei miei più cari amici è morto in un incidente con il kitesurf causato da una tromba d’aria. Con lui avevo viaggiato in molti posti in Italia per praticare le nostre due passioni. La sua perdita mi ha segnato nell’anima e non ho avuto più voglia di continuare a scrivere. Era stato lui a incoraggiarmi a finire il romanzo per la pubblicazione, cosa che non credevo di poter fare. Una frase che mi ricordo quando ne parlavamo era: “A Sandrì, poi andiamo per sagre, pure se non vendiamo niente almeno magiamo la roba buona”. Poi il tempo fa dimenticare, o meglio il dolore si attenua, e così nell’ottobre 2011 ho sentito la voglia di riprendere quel racconto chiuso in un cassetto. Ho avuto la fortuna di incontrare una persona che mi ha aiutato a comprendere il valore del mio libro e a fare una revisione precisa, limando alcune parti, ampliandone altre, correggendo i refusi, fino ad arrivare a un testo scorrevole e “pulito”. Dopo 5 mesi ho deciso che il mio libro era pronto per essere pubblicato.

  •  Qual’è stata la parte più difficile?

La revisione certamente è una delle parti più difficili, non finisce mai, se leggessi adesso il libro farei altre modifiche, ma ad un certo punto devi fermarti e vedere cosa ne pensano gli altri. Però ci deve essere tanta volontà e impegno in questa fase. Certamente si deve avere qualcuno esterno che ti faccia una revisione, ma tu stesso devi concrentrarti sulle correzioni e trovare il giusto compromesso per portare la tua opera a compimento.

  •  Hai provato la pubblicazione con case editrici tradizionali?

Ho studiato molto il mercato editoriale su internet, ho visitato forum e blog dove gli utenti parlavono delle loro esperienze con le case editrici. Alla fine ho deciso di provare lo stesso a presentare il mio libro sperando di avere un riscontro positivo. Ho mandato il manoscritto a dodici case editrici, tutte trovate su internet e selezionate rispetto alla tipologia di libri che pubblicavano. Ho scelto le case editrici che accettavano l’invio per posta elettronica, senza dover stampare una copia fisica. Il tempo medio di risposta è stato di 3 mesi. La prima risposta l’ho avuta da una casa editrice dopo neanche una settimana via posta ordinaria. Questa casa editrice si diceva interessata a pubblicare il mio libro con un contributo di 1200 euro per 100 copie. Si sarebbero occupati della revisione, editing, copertina e distribuzione. Ma la mia domanda era: come hanno fatto a leggere in così poco tempo il mio libro? Dopo un mese ho ricevuto altre due risposte positive che decantavano le qualità del mio libro, però per pubblicarlo mi chiedevano un contributo in denaro. Certo i servizi che fornivano erano tanti e interessanti, ma non mi sentivo di spendere cifre alte, anche perchè penso che se una casa editrice crede nel mio libro dovrebbe correre il rischio di pubblicarlo: è il loro lavoro.

  •  Come sei arrivato alla decisione di autopubblicarti?

Dopo queste esperienze ho inziato ad interessarmi all’autopubblicazione, già un mio amico aveva pubblicato su due siti ilmiolibro.it e lulu.com, così ho iniziato a studiare le qualità di entrambi i siti e i costi che avrei dovuto sostenere. Il primo, previo un pagamento di circa 100 euro, dava la possibilità di distribuire il libro su laFeltrinelli sia online che in libreria su ordinazione, il secondo invece forniva gratuitamente la distribuizione su amazon.com. La combinazione dei due siti avrebbe dato una più ampia visibilità al mio libro.

A marzo 2012 ho pubblicato prima con lulu e subito dopo con ilmiolibro.it. L’esperienza che sto ancora vivendo con l’autopubblicazione è ancora in studio, attualmente ho dei problemi legati all’assistenza del ilmiolibro.it che dopo due settimane non riesce a risolvere la mancanza della copertina sul sito laFeltrinelli, cosa che mi danneggia dal punto di vista della visibilità. Ora sto vedendo un altro sito youcanprint.it che dà una distribuzione molto ampia e a un costo molto basso. Un altra caratteristica dell’autopubblicazione è la promozione, un’attività che deve essere seguita quotidianamente, tramite un sito internet dedicato, forum, facebook, twitter, eventi e presentazioni.

Ora sto aspettando le altre risposte da parte delle altre case editrici cui ho inviato il manoscritto, che al momento sono arrivate a 25. Non voglio scartare del tutto questa possibilità.

  • Quali proposte “indecenti” ti sono state fatte da alcune case editrici?

Una casa editrice mi ha chiesto 2300 euro per 500 copie, se fossi riuscito a venderle tutte poi mi sarebbero stati restituiti i soldi versati. La percentuale di guadagno era del 6% ma dopo le 500 copie vendute diventava il 12%. Un altra voleva 900 euro per 100 copie, con una percentuale di guadagno del 10%. Poi c’è stata una casa editrice, che stava ancora valutando il mio manoscritto, che voleva che io partecipassi alla promozione del mio libro a tempo pieno, dovevo vendere almeno 100 copie e avrei “solo” pagato i libri non venduti.

  • Che consiglio ti senti di dare a chi sceglie la strada di pubblicare per conto proprio?

Posso dire che chi segue questa strada deve avere molta pazienza, il lavoro è molto duro, la promozione è la cosa più complessa e ci si deve dedicare molto tempo. Ci sono delle spese da sostenere, non è completamente gratuito come si pensa. Sicuramente costa meno di quanto richiesto dalle case editrici, però si ha il completo controllo della propria opera, si può modificare qualsiasi parte in qualsiasi momento. Se si crede davvero nel proprio lavoro e si crede che si è in grado di fare una buona promozione, allora l’autopubblicazione è la strada giusta.

  • Su quali piattaforme si può acquistare il tuo libro?

Ho voluto dare la possibilità di leggere il mio libro su tutte le piattaforme possibili, dal cartaceo in due formati (romanzo e tascabile) all’ebook e per finire su Kindle di amazon. Credo che se si ama leggere non è importante come lo si fa, anche se io preferisco i libri di carta, amo sentire il fruscio delle pagine quando le giri, l’odore della carta e dell’inchiostro.

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2 commenti

  • Le 7 ragioni che rendono vincenti i libri elettronici (ebook) | Mauro Corso, attore e scrittore
    il 6 giugno 2012 alle 10:41 ha scritto:

    [...] si può per esempio vedere il mio Kindle mini, messo a confronto con un libro di pari spessore (Il sogno della tartaruga di Alessandro Cimarelli). Sul mio lettore di libri elettronici c’è già un certo numero di libri (più di cinquanta ma [...]

  • Le alternative di chi vuole pubblicare il proprio manoscritto | Mauro Corso, attore e scrittore
    il 23 gennaio 2013 alle 11:16 ha scritto:

    [...] avete inviato e ti fanno un’offerta quanto meno indecente. Alessandro Cimarelli, autore del Sogno della tartaruga, racconta le sue esperienze in questo articolo del suo sito. In poche parole il costo [...]

 

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