(lunedì, 2 aprile 2012)
Qualche giorno fa mi sono imbattutto in un articolo con relativo video sull’importanza della frustrazione nel processo creativo. Non avevo mai riflettuto su questo punto. Chi impegna il proprio corpo e il proprio cervello in un processo artistico e creativo molto spesso incontra dei “blocchi”, dei momenti di stallo in cui sembra impossibile andare avanti. Ai miei allievi di scrittura creativa dico sempre: quando non avete nulla da scrivere, scrivete lo stesso. Scrivete di qualunque cosa, scrivete della vostra mancanza di volontà o di inventiva, trovate la forza di mettere su carta la vostra frustrazione. Usate la scrittura automatica per far fluire i vostri pensieri in maniera controllata. Anche se non riuscirete a dipanare il bandolo della matassa vi sentirete meglio. Naturalmente, non è sempre così facile.
A volte abbiamo un obiettivo, dobbiamo trovare una soluzione a qualcosa che stiamo scrivendo, sciogliere un nodo, mandare un personaggio in una direzione piuttosto che in un altra, trovare una conclusione soddisfacente. A volte ci sembra davvero di scontrarci contro un muro di mattoni. Il video dell’articolo che ho già citato è molto illuminante da questo punto di vista. Quello che suggerisce è che a volta “sbattiamo contro un muro” (”we hit the wall”), ma è proprio grazie a questo blocco che esiste la possibilità di una “rottura attraversante” (”breakthrough”). In questo modo viene trasceso il semplice concetto di risoluzione di un problema. Il superamento di un blocco in questo modo diventa una forma di rivelazione, la capacità di trovare una soluzione concreta a un problema astratto. Questo tipo di simbolizzazione è accompagnato anche da esperienze sottilmente fisiche, assimilabili a una piccola forma di estasi.
Quindi la domanda è: in fondo un po’ di frustrazione non vale tutto questo?
Il video è stato realizzato da Flash Rosenberg ed è il trailer del libro di Jonah Lehrer “Imagine: how creativity works”.
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