(giovedì, 11 ottobre 2012)
(La fotografia, probabile copertina del libro, è di Stefano Corso)
Non immaginavo che il momento in cui avrei finito un libro sarebbe stato così normale. In realtà il lavoro di revisione non finisce mai finché la pubblicazione non diventa una cosa reale, però a questo punto “Il recupero del silenzio” è un oggetto che esiste nella mia mente. Dopo averlo compilato per prova per edizione su Kindle, in effetti sembra già un oggetto autentico, ed è come stringere un esemplare cartaceo, con tanto di copertine, note sui diritti d’autore e tutto. Un momento, ho già detto di aver completato un libro? Forse è il caso di ripeterlo. Eppure non mi viene voglia di festeggiare, e non lo sento neppure come un punto di svolta. Forse, in coerenza con il contenuto di questo volume, anche questo lavoro di costruzione è stato così lento e graduale che quasi non mi sono accorto che nel frattempo era finito. Così, quasi all’improvviso.
Iniziamo con ordine. All’incirca un anno fa, nel luglio del 2011, ho vissuto un periodo piuttosto forte di trasformazione interiore. Questo cambiamento non era legato a realtà contingenti o a mutamenti oggettivi che stavano investendo la mia vita. Anzi, in quel periodo la mia vita era piuttosto ordinaria: l’estate era prossima e come al solito la routine romana era piuttosto piatta, in quello stato di sospensione che tanto caratterizza la capitale nel periodo tra giugno e settembre. Non c’erano lavori nuovi in vista, non ero coinvolto in nuove iniziative artistiche e anche dal punto di vista personale non stava accadendo nulla di apprezzabile.
La verità è che quel cambiamento stava avvenendo da dentro, non certo improvvisamente, ma come il risultato di anni di sedimentazione. In quel tempo sono stato colto da un timore, quello di non saper registrare in maniera adeguata quello che mi stava succedendo. Per questo ho iniziato a scrivere una serie di annotazioni di vario genere, su di me, su quello che mi stava attraversando il cuore e su quello che osservavo nella realtà circostante.
Per me è stata come un’urgenza incontrollabile, e di certo non pensavo in maniera concreta a una pubblicazione. Col passare del tempo mi parve che questi scritti, a prima vista così casuali e slegati, in realtà avevano una forma molto coerente e mi parve che costruissero una narrativa dotata di senso. La narrativa della mia vita, una vita come tante altre – certo -, ma una vita in cui forse un po’ tutti avrebbero potuto trovare qualcosa di sè.
Ho scritto tutti i giorni del mese di luglio, prevalentemente di mattina, e ancora a periodi alterni nei mesi di agosto e settembre. Poi ho lasciato passare un po’ di tempo e ho scritto altre pagine. Piano piano, dopo aver lasciato sedimentare il tutto fino a giugno, ho ripreso tutta questa materia scritta e ho iniziato a rileggerla, a sistemarla. Successivamente ho ampliato molte sezioni e ne ho aggiunte altre, aumentando la consistenza interna e trovando una linea narrativa più evidente.
Che cos’è Il recupero del silenzio? In pratica è la storia di un viaggio spirituale, che può sembrare a prima vista un insieme di massime più o meno strutturate, ma che in realtà proviene da una dimensione fortemente esperienziale: tutto quello di cui parlo è un qualcosa di cui ho vissuto personalmente e con intensità. La mia proposta è ambiziosa e provocatoria, ma la prospettiva è umile: come ho iniziato io un viaggio interiore in cui dare un senso alla propria vita, così possono farlo in molti, se non tutti.
Perché leggere Il recupero del silenzio? Per chi mi conosce, per conoscermi meglio. Per chi non mi conosce, per trovare qualche forma di ispirazione o di suggestione, forse anche solo in una pagina o in un unico paragrafo.
Quando uscirà Il recupero del silenzio? Sto contattando diverse case editrici, ma più per scrupolo che per reale convinzione. In realtà sono più orientato all’autopubblicazione e all’autopromozione. Lavoro improbo, ma che mi dà più controllo (e una piccola casa editrice a parte un probabile esborso esoso non mi offre davvero molto).
Chi sarebbe interessato a leggere un libro del genere? E perché? Rispondete voi.
3 commenti
RISPONDI
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il 8 novembre 2012 alle 9:42 ha scritto:
[...] davvero), ma è comunque da evitare. La ragione è semplice: pur avendo finito il mio manoscritto (come annunciavo trionfalmente qui), in realtà in questo periodo di tempo non ho mai finito di lavorarci, di smussarlo, di rifinirlo, [...]
il 16 gennaio 2013 alle 16:58 ha scritto:
[...] Basta crederci e non smettere mai.Per questo un capitolo del mio libro di prossima uscita, “Il recupero del silenzio”, è dedicato a [...]
il 21 luglio 2014 alle 14:11 ha scritto:
[...] esce in libreria il Recupero del silenzio, il volume di cui avevo parlato in un precedente articolo. Non facciamoci prendere dal panico, non è che puoi scendere di casa, andare alla prima [...]