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scrittura   /   Scrittura ed etica (3): una donna non è un premio per l’eroe di turno

(venerdì, 8 marzo 2013)

Qualche tempo fa avevo sostenuto un progetto di Kickstarter che serviva a finanziare una serie di video sugli stereotipi femminili nei videgiochi. Il progetto era stato ideato da Anita Sarkeesian, una critica di cultura femminile nei media, autrice di un blog e di una serie di video che esaminano una serie di forme trite con cui le donne sono rappresentate nel cinema, nei fumetti, nelle serie televisive e, da ultimo, nei videogiochi. Per farvi un’idea potete vedere un articolo che avevo scritto all’epoca, in cui descrivevo in maniera sintetica una delle serie di video che la Sarkeesian aveva realizzato. La serie sui videogiochi era stata violentemente osteggiata da parte della gaming community molto prima dell’uscita del primo video della serie. Già solo l’idea che una donna dimostrasse un atteggiamento critico nei confronti di un ambito così tradizionalmente maschile era stato sufficiente a scatenare una reazione violentissima: la sua pagina di Wikipedia era stata vandalizzata, la Sarkeesian aveva iniziato a ricevere minacce di morte o di violenza sessuale e in generale il suo lavoro era stato sminuito e osteggiato. Anche nei mesi successivi l’autrice del blog Feminist Frequency è stata oggetto di numerose critiche perché il suo progetto non sembrava partire. Il problema è che la Sarkeesian aveva chiesto 6000 dollari per il suo progetto ma alla fine ne ha ottenuti quasi 160.000, per cui ha avuto la possibilità di rivedere tutta la serie al rialzo, effettuando ricerche più approfondite, utilizzando tecnologie e collaboratori più preparati. Naturalmente tutto questo richiede tempo e organizzazione, ma non tutti sono stati in grado di comprenderlo, supponendo che i soldi siano da soli una specie di bacchetta magica con cui realizzare tutto, in breve tempo, e per bene.

Adesso è uscito il primo video della serie sugli stereotipi femminili nei videogiochi. Lo potete vedere qui sotto (e vi consiglio di farlo).

Cosa possiamo imparare come scrittori da un video di questo tipo? Uno scrittore ha delle responsabilità, non soltanto nei confronti dei propri lettori, ma anche nei confronti della propria società. Tante volte, anche nelle classi di scrittura creativa, si dice di evitare stereotipi, luoghi comuni e tutte quelle banalizzazioni culturali e del linguaggio che spesso diamo per scontato. Il perché è evidente: sono forme facili che non aggiungono nulla alla storia e perpetuano visioni del mondo che a lungo termine possono essere dannose. Quante volte e in quanti film abbiamo visto la bella di turno rapita, indifesa o in una situazione in cui è necessario l’intervento dell’eroe? Dalla Bella Addormentata in poi è tutto un salva-salva di principesse passive e senza possibilità di autoriscatto. Tutto questo può essere cambiato, a cominciare dalla nostra scrittura. Per questo avevo parlato molto positivamente di Brave-Ribelle, film della Pixar Disney in cui finalmente c’è un’eroina che risolve da sola i propri problemi senza lasciarsi definire da figure maschili forti.

Nuove figure femminili non sono dunque solo possibili: sono necessarie. Nessuna donna in nessuna storia deve essere più un trofeo, un premio per l’eroe bello forte e coraggioso. In questo modo anche le generazioni più giovani riusciranno a immaginarsi in modi diversi, più attivi e più consapevoli.

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