(giovedì, 27 settembre 2012)
Il mestiere dello scrittore è un lavoro solitario. Lasciamo perdere discorsi su retribuzioni, soldi e riconoscimenti. Tutto quello che viene fatto seriamente, con impegno e dedizione è a tutti gli effetti un lavoro. E’ vero, ogni scrittore può gestire se stesso, può conciliare quello che fa con un “lavoro principale” oppure è abbastanza fortunato (o sfortunato) da fare della scrittura la propria attività principale. Il vantaggio primario dello scrivere consiste nel non avere di bisogni specifici o costosi. Al livello più economico, basta una una penna e un pezzo di carta. Al livello più alto è sufficiente un computer, un programma di videoscrittura adeguato, un collegamento a internet e un servizio di hosting su cloud (per non perdere il proprio prezioso lavoro). La scrittura inoltre può essere praticata in qualunque luogo e a qualunque ora. Molti, per ovvie ragioni scelgono di lavorare in casa. Purtroppo c’è un rovescio della medaglia all’apparente vantaggio di lavorare in ambito domestico: la solitudine. La solitudine a volte può essere così forte e farsi sentire in maniera così opprimente da bloccare quel congegno delicato che porta il nome di creatività.
La soluzione che propongo in effetti, mentre è indirizzata agli scrittori, può essere chiaramente applicata ai creativi di qualunque settore che di tanto in tanto hanno la sensazione che l’aria di casa “sappia un po’ di chiuso”. Non tutti possono essere come Vinicio Capossela che cantava “io trovo dappertutto la poesia, anche nell’atrio a casa mia tra odor di chiuso e di brioche”. A volte uscire non è solo un ottima idea: è la soluzione.
A fine settembre ho iniziato ad andare in Coworking, e nello specifico nel Cowo360 a Roma, in via Vacuna. La filosofia del Coworking è semplice (e vi rimando alla definizione di Cowo360) e consiste nella condivisione di spazi, idee, interessi e know-how. Con la speranza di arrivare a progetti comuni. I vantaggi di un’esperienza di questo genere sono i seguenti:
- Uscire dall’ambiente domestico e fuggire dalla ripetizione di comportamenti che rallentano i intralciano il lavoro. Può sembrare strano ma trovarsi in un ambiente diverso contribuisce a dare una disciplina maggiore. Va aggiunto poi che alcuni, lasciati a se stessi in ambito casalingo, tendono irrimediabilmente all’abbrutimento… e non è una cosa bella.
- Allontanare il senso di solitudine, che può essere davvero dannoso in un contesto creativo. Una chiacchierata casuale di fronte alla macchinetta del caffè o un pranzo in comune talvolta possone davvero fare la differenza e rilanciare la macchina dell’immaginazione (intesa non in senso corrente, ma in senso estremamente produttivo).
- Trovare il modo di confrontarsi con altri professionisti sui temi più vari. E’ risaputo che uno scrittore è come una spugna che assorbe tutto quello con cui entra in contatto: storie, esperienze, conoscenze specifiche e di settore, rielaborando tutto secondo la propria visione del mondo.
- Partecipare a eventi periodici che possono fornire nuove idee, ispirazioni e spunti.
- Fare parte di una comunità di professionisti, ciascuno con il proprio progetto e ciascuno motivato a portarlo a termine vuol dire vivere in un’atmosfera positiva già di per sé favorevole alla creatività.
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